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G.B.Piranesi, Capricci o Grotteschi

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Autore: Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto 1720 – Roma 1778) Titolo: Capricci o Grotteschi Epoca: 1749 Misura: Mm.795×565 Tecnica: Incisione all’acquaforte su rame Descrizione: Giovanni Battista Piranesi nel 1744 si reca a Venezia e va alla bottega dei Tiepolo a proseguire gli studi di pittura, qui apprende a tradurre con l’incisione il colore dei quadri e ad usarla lontano dallo stile freddo dell’architettura. Nell’ambiente libero e fantasioso della repubblica veneta, Giovanni Battista si libera dagli schemi scolastici e comprende che con l’acquaforte può realizzare le sue ambizioni di pittore e archeologo. Nella città fa un incontro importante per la sua vita artistica, Joseph Wagner, mercante di stampe tedesco stabilitosi a Venezia e fondatore della “Società di incisori” alla quale sono associati numerosi artisti. Wagner offre a Piranesi di aprire una succursale della Società e, quando torna a Roma, inizia per il giovane un’attività stabile e continua nella sua bottega al Corso. In una tavola dei Capricci compare per la prima volta: “Appresso Piranesi, dirimpetto l’accademia di Francia in Roma”. Tra il 1747 e il 1749 incide 4 tavole chiamate “Grotteschi” o più comunemente “Capricci”, il disordine dei tratti sembra l’improvvisazione di un pittore e l’influenza dei Tiepolo nel lavoro è evidente. Questa prima edizione parigina, stampata su carta pesante della fine “700, con vergelle e filigrana, è considerata migliore dell’ultima tiratura romana. Gli evidenti contrasti di chiaro-scuri nell’inchiostratura di questa incisione ne denotano una eccellente qualità, di cui è ottimo anche lo stato di conservazione. L’autore: L’architetto Giovanni Battista Piranesi fu acquafortista, incisore e progettista ed è considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica italiana, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe una grande influenza nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua vasta produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ricreazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.

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