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De Carolis, Epiphania

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Descrizione prodotto

Autore: Adolfo De Carolis Titolo: Epiphania Epoca: Luglio 1925 Tecnica: Xilografia su legno Descrizione: Nitida e ben impressa è l’inchiostratura, con evidenti contrasti di colore che denotano l’eccellente qualità di questa xilografia, impressa dai legni originali e stampata su carta coeva, ottimo è lo stato di conservazione. E’ tratta dalla pubblicazione “Xilografia” stampata in trecento esemplari a Faenza dal 1924 al 1926 presso lo Stabilimento Grafico Fratelli Lega di cui Francesco Nonni era il direttore. Bibliografia: De Carolis Adolfo – Pittore, nato a Montefiore dell’Aso il 6 gennaio 1874, morto a Roma il 7 febbraio 1928. Studiò all’Istituto di belle arti di Bologna, si stabilì a Roma, aderì al movimento umanistico del gruppo In arte libertas che aveva a capo Nino Costa, ed eseguì Primavera (1897), ove è già un largo senso decorativo, e la Donna della fontana (1898) e il Concerto (1900) che più si accostano agli spiriti e al colore dei preraffaelliti; luminose tempere della campagna romana; la decorazione della villa Brancadoro a S. Benedetto del Tronto. Intanto, docente d’ornato all’accademia, si era stabilito a Firenze, ove dava opera al rinnovamento della xilografia (l’autoritratto è del 1904) e avviava all’arte Gino Barbieri e Armando Spadini. Ma la commissione di decorare il salone dei quattromila nel palazzo del podestà di Bologna, portò all’arte del De C. un mutamento essenziale. I maestri studiati divennero allora Michelangelo e Correggio. Passato alle accademie di Bologna e poi di Roma, il De Carolis si dava a un lavoro prodigioso per quantità e qualità, nonostante la grave malattia che doveva spegnerlo ancor giovane. Tra le decorazioni eseguite in un ventennio (1908-1928) ricorderemo quelle dei palazzi provinciali di Ascoli Piceno e di Arezzo, dell’aula magna dell’università di Pisa, di S. Francesco a Ravenna. Intanto eseguiva pure quadri, xilografie anche a più colori (e fu il primo a ritentarle in Italia), illustrazioni per riviste (Leonardo, Hermes, L’Eroica) e per le opere del D’Annunzio (Francesca, Figlia di Iorio, Laudi, Notturno, ecc.) e del Pascoli; e trovava il tempo di dettare lucidissimi articoli. Lavoratore di probità antica, preparava le sue decorazioni, in affresco o a tempera, con studî dal vero e cartoni disegnatissimi. Indifferente alle ricerche del principio del secolo nostro, rimase chiuso in una concezione umanistica della vita, e fedele alla tradizione.

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