Romagna olim Flaminia Magino 1
Romagna olim Flaminia cartiglio Magino 1Romagna olim Flaminia retro Magino 1

Romagna olim Flaminia, Giovanni Antonio Magini

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Autore: Giovanni Antonio Magini (Padova 13 giugno 1555 – Bologna 11 febbraio 1617) Titolo: Romagna olim Flaminia Epoca: 1598 Tecnica: Incisione all’acquaforte su rame Descrizione: La carta, che faceva parte dell’atlante “Italia”, fu pubblicata dal figlio Fabio a Bologna nel 1620 e divenne da subito il modello cartografico della Romagna più seguito per tutto il XVII° secolo. Il 15 dicembre 1598 Giovanni Antonio Magini ripropose questa nuova edizione della “Romagna olim Flaminia”, non soddisfatto della precedente, eseguita nel 1597, come sottolinea nel cartiglio “non mi essendo riuscito il disegno della Romagna che già diedi fuori, l’ho di nuovo riformato et continuatolo meglio con gli Stati confinanti”. In effetti la delineazione dei confini, segnati con una linea puntinata, rappresenta la novità più saliente della carta rispetto alla precedente: a nord la linea di demarcazione tra Romagna e Ferrarese corre dalla Torre di Belloccio alla porte di Molinella; ad ovest il confine con il Bolognese è segnato dal fiume Sillaro; a sud seguendo la dorsale appenninica, la linea di demarcazione tra Romagna, Dominio Fiorentino e Ducato di Urbino si fa più incerta e svariati villaggi e castelli si vengono a trovare a cavallo tra diverse giurisdizioni; ad est, infine, il fiume Tavollo separa la Romagna dal Ducato di Urbino. L’unica via di comunicazione presente sulla mappa è la Via Emilia. In basso a sinistra entro il margine graduato la “Scala di Miglia dieci”. Il disegno complessivo della Romagna risulta più preciso rispetto alla precedente e prima mappa eseguita del territorio. Bel foglio ben contrastato,buona è la conservazione, ottima è l’inchiostratura, è stampato su carta vergata con una splendida acquerellatura. Bibliografia: Giovanni Antonio Magini, figlio di Pasquale, cittadino di Padova, fu astronomo, astrologo, cartografo e matematico ed era anche noto con il nome latino Maginus. Completò i suoi studi in filosofia a Bologna nel 1579, si dedicò all’astronomia e nel 1582 scrisse “Ephemerides coelestium motuum” tradotto in italiano l’anno seguente. Nel 1588, dopo la morte di Ignazio Danti, fu preferito da Galileo per occupare la cattedra di matematica presso l’università di Bologna. Magini sostenne il sistema geocentrico del mondo preferendolo al sistema eliocentrico di Copernico. Inventò una teoria planetaria che si aggiunse a quelle già esistenti. Tale teoria consisteva nella rotazione di undici pianeti che descrisse nelle sue “Novae coelestium orbium theoricae congruentes cum observationibus Nicolò Copernici”, stampato a Venezia nel 1589. Nel suo “De Planis Triangulis”, edito a Venezia nel 1592, descrisse l’uso dei quadranti nel rilevamento topografico e in astronomia. Nel 1592 Magini pubblicò il “Tabula Tetragonica” e nel 1606 ideò accurate tabelle trigonometriche. Lavorò alla geometria della sfera e all’applicazione della trigonometria per le quali inventò i dispositivi di calcolo, inoltre si dedicò al problema degli specchi e pubblicò la teoria sugli specchi sferici concavi. Pubblicò un articolo sulla Geografia di Tolomeo a Colonia nel 1596. Come cartografo, realizzò l’Atlante Geografico d’Italia, che il figlio fece stampare dopo la sua morte nel 1620. L’atlante fu programmato per includere le mappe di ogni regione italiana con la nomenclatura esatta e le note storiche. Per coprire gli onerosi costi del suo importante progetto, iniziato nel 1594, Magini eseguì privatamente la formazione dei figli di Vincenzo I° di Gonzaga, Duca di Mantova, mecenate delle arti e delle scienze, inoltre ricoprì il ruolo di astrologo di corte. Il Duca di Mantova, a cui dedicò l’atlante, lo sostenne in questo progetto permettendo che fossero recapitate a Magini mappe di vari stati d’Italia. Anche i governi di Messina e Genova lo sostennero finanziariamente. Egli si interessò anche di ricerche che oggi sarebbero considerate pseudo-scientifiche. Grande sostenitore dell’astrologia, difese l’uso della medicina nel suo “De Astrologia ratione” stampato a Venezia nel 1607, inoltre si interessò di metoposcopia. Fu in corrispondenza con Tycho Brahe, Clavius, Abraham Ortelius e Johannes Kepler; le sue lettere furono pubblicate nel 1866 da Antonio Favaro. In suo onore, recentemente, ad un cratere lunare è stato dato il nome di Maginus.

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